La classe è ormai organizzata secondo una autodisciplina che li rende creativi e produttivi al contempo. Tutte le famiglie hanno collaborato ad una piccola lezione di storia, contribuendo coi racconti di guerra e della prigionia e con quelli sul disagio e la fame di coloro che non erano andati al fronte, ma erano rimasti in città a patire la carestia. Ne emerge un quadro completo della Seconda Guerra Mondiale in Italia, dal quale i ragazzi partono per approfondire l'accaduto nei libri di testo e per redigere una loro opera sul tema, intitolata "Quinto: non ammazzare". E' solo un esempio del metodo rivoluzionario del coraggioso maestro.